Come nasce una macchina in Tecam

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Come nasce una macchina in Tecam

La divisione Tecam Equipment è dedicata alla produzione: qui i nostri ingegneri creano le nuove macchine partendo da un’idea e da un foglio bianco. Se sei curioso di scoprire come nasce in concreto una nuova macchina in Tecam Equipment, continua a leggere: ti porteremo nei nostri uffici per vedere l’intero flusso.

Tutto parte da un’idea. Lo staff di ingegneri inizia a lavorare attorno a una nuova idea, una miglioria o un’implementazione. Si parte da uno schizzo, da un disegno, per poi passare ai calcoli meccanici, oleodinamici e/o elettrici. Successivamente, si riporta il progetto su software CAD 3D, che consente una simulazione precisa per verificare la funzionalità di ogni parte prima che parta la fase di produzione. Solitamente partiamo da un’esigenza ed è per questo che diciamo spesso: Tecam non progetta una macchina, progetta il suo effettivo utilizzo.

Quanto tempo serve per passare da un disegno alla fase di prototipazione? Per piccoli componenti e modifiche limitate bastano pochi giorni, per creare invece da zero prodotti del tutto nuovi servono anche diversi mesi: qualità e sicurezza sono fondamentali per Tecam e perciò i tempi non possono essere in alcun modo ridotti in questa fase.

Come nasce una macchina in Tecam

Tuttavia, Tecam ha messo a punto una modalità di progettazione di tipo “modulare”: così anche una macchina nuova, in molti casi, viene progettata in meno tempo del previsto grazie a questo modus operandi di cui andiamo orgogliosi.

Dopo la fase di progettazione e simulazione arriva il momento in cui si ordinano i componenti e i materiali per passare alla fase concreta di produzione. Il prototipo (nel caso di nuovo modello) viene testato e validato in tutte le sue parti (collaudo funzionale).

Ogni veicolo allestito, prima di essere consegnato al cliente, dovrà essere sottoposto al collaudo della Motorizzazione Civile. Tecam, tra le altre cose, è anche centro di collaudo certificato dalla Motorizzazione di Milano.

Progettare un’attrezzatura per Tecam significa prevedere i malfunzionamenti e i cedimenti strutturali, selezionare componenti di qualità ed elevata affidabilità, capire le esigenze degli operatori che incontriamo quotidianamente e trovare le migliori soluzioni al fine di ottenere un prodotto valido, resistente e semplice.

La divisione Equipment di Tecam, grazie al suo team di ingegneria interno, produce allestimenti e macchine a livello industriale. Vieni a vedere dal vivo la divisione Equipment: richiedi un appuntamento!

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Come è andato il 2022

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Com'è andato il 2022

Il 2022 è stato davvero un anno speciale per Tecam, perché proprio a dicembre abbiamo ufficializzato un passaggio su cui stavamo lavorando da tempo.
Ci riferiamo alla creazione delle due divisioni Tecam Service e Tecam Equipment, una decisione che dà grande importanza alle due anime di Tecam, assistenza e produzione, e che approfondiremo presto in un articolo del blog dedicato.

Il bilancio del nostro 2022 sarebbe già da considerarsi positivo anche solo per questa novità, ma siamo molto contenti anche perché è stato un anno di crescita su tutti i fronti. Dal punto di vista globale, Tecam ha visto un incremento del fatturato del 20% rispetto al 2021 ed è cresciuta grazie a nuove assunzioni.

Ecco invece i dati del fronte Service:

  • Incremento di fatturato del 12% rispetto al 2021
  • Veicoli in assistenza: 2220
  • Ricambi venduti: 8093
  • Interventi di assistenza svolti in giornata: 38% del totale
  • Media tempi di riconsegna in assistenza: 3,68 giorni
Come è andato il 2022

Il nostro obiettivo 2023 è sicuramente una rapidità di consegna ancora maggiore e il mantenimento di un’elevata specializzazione nella manutenzione dell’elettrico.

Ecco poi i dati del fronte Equipment:

  • Incremento del fatturato del 30% rispetto al 2021
  • Lancio di nuovi modelli

Per il 2023 abbiamo in mente diverse novità, quindi continua a seguirci per scoprirle in anteprima!

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La rassegna Green di gennaio

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La rassegna Green di gennaio

Rifiuti su Marte

Altro che forme di vita aliena: il primo oggetto non identificato sul pianeta Marte si è rivelato essere… spazzatura.
Il rover Perseverance della Nasa ha infatti trovato un oggetto sul pianeta rosso identificato successivamente come un frammento di una termocoperta termica che si è staccata - probabilmente - dal rover stesso, il giorno dello sbarco sul cratere Jezero il 18 febbraio 2021.

La missione Mars 2020, lanciata il 30 luglio 2020 e tuttora in corso, è stata avviata con lo scopo di raccogliere campioni di rocce e cercare segni di vita sul pianeta rosso: purtroppo, l’unico segno di simil vita trovata è stata proprio spazzatura umana.
Un evento che dovrebbe invitarci a riflettere sul nostro futuro e su come trattiamo sia la Terra sia lo spazio intorno a noi.

L’articolo completo lo trovi qui

Rifiuti su Marte
Il peso dei Bitcoin

Il peso dei Bitcoin

Pensiamo sempre che il digitale non crei rifiuti: del resto, è digitale e quindi è fatto di segnali e impulsi, privi di materialità. Eppure, è stato dimostrato che i Bitcoin, e le criptovalute in generale, hanno un forte impatto in termini di inquinamento.

L’estrazione del Bitcoin, infatti, è un processo del tutto virtuale ma che necessita di quantità di energia enormi. Inoltre, esiste anche il problema della riconversione di impianti di produzione di energia elettrica a fonti fossili dismessi.
Gli e-waste, cioè i rifiuti elettronici provenienti dai dispositivi guasti, inutilizzati o sempre più spesso semplicemente obsoleti, stanno inoltre diventando sempre di più. Ogni anno la sola generazione dei Bitcoin produce oltre 30 mila tonnellate di e-waste, una quantità simile a quella creata da una Nazione occidentale e altamente industrializzata come i Paesi Bassi.

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Fast fashion, un progetto

Non è più un mistero: la fast fashion e il mondo della moda in generale ha un impatto gigantesco sul pianeta.

Secondo lo studio L’Italia del riciclo 2021 realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircular, il settore tessile ha infatti prodotto nel 2019 circa 480.000 tonnellate di rifiuti, con un deciso aumento (+39%) rispetto al 2010.
Il problema è anche la difficoltà di riciclare questi tessuti, spesso composti da filati non naturali e derivati dalla plastica o da materiali artificiali (come il poliestere).
In questo senso c’è una buona notizia: il consorzio Ecotessili ha deciso di iniziare a fare qualcosa di concreto, annunciando di voler promuovere un progetto pilota per la raccolta, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili.

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Fast fashion

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Come è andata a ecomondo

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Come è andata a Ecomondo

Dall’8 all’11 novembre 2022 siamo stati a Ecomondo, l'evento di riferimento europeo per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa.
Abbiamo partecipato perché siamo consapevoli del nostro ruolo come operatori e facilitatori del conferimento di rifiuti: la raccolta differenziata e, prima ancora, la riduzione dei rifiuti non riciclabili sono tra le sfide più importanti dell’umanità nel prossimo futuro.

Come è andata?
Secondo noi, davvero molto bene: dopo un’edizione saltata, quella del 2020, a causa della pandemia e un’edizione un po’ giù di tono (quella del 2021), quest’anno abbiamo notato una gran voglia di ripartenza e di incontro personale. Gli operatori e i buyer erano molti e quando c’è fermento è sempre un buon segnale.

Tra i temi maggiori più trattati del nostro comparto una menzione speciale va all’elettrico, reale protagonista di questa edizione di Ecomondo, e all’economia circolare.

Del resto, l’approvazione a livello europeo del Pacchetto sull’economia circolare offre un’opportunità verso l’evoluzione e la trasformazione dal riciclo di rifiuti tipico di un’economia lineare a un compiuto sistema di economia circolare.
Noi, come fornitori e manutentori di tecnologie innovative per la gestione e la raccolta dei rifiuti, possiamo fare molto per la filiera!

Infine, a Ecomondo abbiamo approfondito ulteriormente le potenzialità degli allestimenti su veicolo Piaggio. In Tecam stiamo infatti lavorando per creare prodotti nuovi e di alto livello, andando a creare un ottimo connubio con il veicolo che oggi offre opportunità ancora maggiori rispetto al precedente modello.

Insomma: ci vediamo a Ecomondo 2023!

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Elettrico e manutenzione

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Elettrico e manutenzione

Questione di formazione

Dell’elettrico oggi, per fortuna, si fa un gran parlare, anche nel nostro settore (sia sul versante produzione, sia sul versante manutenzione). Ovviamente, è un tema che interessa anche noi di Tecam.

Per le aziende utilizzatrici, la conversione all’elettrico comporta delle conseguenze: serve, nelle officine, personale qualificato che sappia dove mettere le mani non solo nella riparazione delle attrezzature e dei veicoli tradizionali ma anche in quelle più tecnologiche, a emissione zero.

“Questo scenario è possibile solo grazie alla formazione specifica - spiega Valerio Manfredi, ingegnere meccanico e socio di Tecam Srl - formazione sulla quale abbiamo voluto investire molto e nel concreto. I nostri esperti, infatti, hanno recentemente conseguito la qualifica PAV/PES/PEI per la manutenzione sui veicoli elettrici. C’è anche un tema di sicurezza: il rischio elettrico è uno degli elementi che non possono essere sottovalutati”.

Non solo: oltre alle figure PAV/PES/PEI per la manutenzione sui veicoli elettrici, noi abbiamo personale certificato secondo la normativa EN 15628 (uno strumento utile per i clienti perché assicura che il personale addetto sia adeguatamente formato per affrontare le problematiche tecniche rispettando determinati standard qualitativi). Abbiamo anche organizzato, in collaborazione con la società Man.Tra, corsi di formazione per i nostri clienti, desiderosi di sapere di più sul tema dei veicoli elettrici e sugli aspetti manutentivi.

Con l’unione dei due ambiti formativi abbiamo infatti voluto specializzarci per garantire ai nostri clienti che hanno deciso di investire nell’elettrico una garanzia di assistenza costante, evitando loro il disagio di un fermo macchina prolungato.

l mondo sta cambiando e noi vogliamo fare parte di questo cambiamento!

L'articolo completo è pubblicato su GSA Igiene Urbana

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