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La rassegna Green di settembre

Vaniglia o plastica?

La prima notizia che vogliamo condividere riguarda un nuovo prodotto messo a punto negli USA per ridurre il più possibile l’ammontare di rifiuti difficili o impossibili da smaltire nell’ambito del packaging.
Si tratta dell’invenzione di una bioplastica ricavata da scarti vegetali e vanillina, la molecola aromatica della vaniglia: a metterla a punto è stata la Bowling Green State University, da un gruppo di scienziati guidato dal dottor Jayaraman Sivaguru.

Perché proprio la vanillina? Perché i monomeri di vanillina sintetica - creata in laboratorio a partire da rifiuti lignei e cellulosici - possono essere degradati da raggi UV-B, rendendo la bioplastica molto semplice da smaltire e senza danno per l’ambiente.

Vaniglia o plastica

Buone notizie per la biodiversità

Buone notizie per la biodiversità

Sappiamo che l’impronta dell’uomo sulla natura sa avere effetti catastrofici. La perdita di tante specie animali e vegetali, ad esempio, è una delle conseguenze dell’inurbamento, del disboscamento e dell’inquinamento a opera della specie umana.

Fortunatamente, la mentalità è cambiata rispetto a un tempo e sempre più Paesi - spronati da associazioni ed enti ambientalisti - stanno iniziando a cambiare le proprie politiche e a proteggere gli ecosistemi più fragili del nostro pianeta.

Così, sempre più “Specie Lazzaro” si stanno manifestando in giro per il mondo. Si tratta di animali o piante creduti estinti per sempre e che invece, in seguito spesso al ripristino di ecosistemi, tornano a essere avvistati.
Un esempio? Il raro colibrì Campylopterus phainopeplus che vive soltanto nelle montagne della Sierra Nevada de Santa Marta, in Colombia, dove non lo si vedeva più dal 2010.


Sempre meno rifiuti speciali

Il 2020 è un anno che non potremo mai dimenticare a causa della pandemia di Covid19, ma è stato anche l’anno in cui abbiamo registrato un calo del -4,5% nella quantità di rifiuti speciali prodotti (ad eccezione, ovviamente, del settore sanitario).

Parliamo di rifiuti pericolosi nel Nord del Paese (Lombardia e Veneto in particolare) e dei flussi di amianto, veicoli, pneumatici, fanghi di depurazione e rifiuti prodotti dal settore delle costruzioni.
I dati sono tratti dal report di Ispra, alla sua 21esima edizione: il report fornisce il quadro complessivo della produzione e della gestione dei rifiuti speciali a livello nazionale attraverso 60 indicatori.

Sempre meno rifiuti speciali

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